L’American Heart Association ha stimato che più di una persona ogni mille, in particolare tra i 45 e i 65 anni muore di morte improvvisa. La Morte Cardiaca Improvvisa (MCI) è l’effetto di un circolo vizioso creatosi improvvisamente, nella maggior parte dei casi per l’insorgenza di una fibrillazione ventricolare (FV): la paralisi cardiaca induce all’arresto circolatorio e respiratorio. La FV è però un ritmo ancora recuperabile, purché si intervenga in tempo utile, con tempestivi e corretti momenti di interpretazione del quadro clinico, di trasmissione dell’allarme, di applicazione delle tecniche di BLS (Basic Life Support) e infine di un rapido intervento defibrillatorio: il riconoscimento tempestivo e la pronta attivazione della BLS risultano vani se non è poi possibile defibrillare al più presto il paziente. E’ infatti calcolato che cinque minuti dopo l’arresto cardiaco la percentuale di sopravvivenza grazie alla defibrillazione è del 50%, mentre dopo altri sei minuti è praticamente dello 0%. L’intervento deve essere immediato.
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